Come affrontare la separazione dal coniuge con i figli
Essere figlio di genitori separati sta diventando sempre più frequente. E’ una situazione che comporta inevitabilmente per il bambino momenti di crisi, non solo nel periodo in cui la separazione avviene, ma anche e soprattutto nel periodo precedente a essa e in quello immediatamente successivo. Non si tratta solo di cambiare le abitudini di vita e le modalità di rapporto con i genitori: sono in gioco anche la qualità di tale rapporto, la possibilità di trovare sostegno nei genitori, i processi di identificazione, lo stesso strutturarsi dell’immagine di sé e dell’identità sociale.
A qualsiasi età i bambini vivono la separazione dei genitori come una perdita: indipendentemente da come si svilupperà nel futuro la relazione tra gli ex coniugi, i figli sentono che con la frattura coniugale anche loro perdono qualcosa. E’ la dimensione della coppia, l’immagine della “mamma e papà”, quella che viene meno nella mente del bambino o adolescente che sia. I bambini, nel momento dell’abbandono della casa coniugale da parte di un genitore ragionano più o meno così: “ se ho perso te, posso perdere chiunque”. Da qui deriva l’importanza fondamentale che i figli mantengano buoni rapporti con entrambi i genitori, possano mantenere (salvo casi estremi) un rapporto significativo con il genitore non affidatario e siano rassicurati sul fatto che con la separazione non perderanno né la mamma né il papà. La separazione, in poche parole, deve essere percepita dal bambino come un cambiamento e mai come una perdita.
Naturalmente la separazione dei genitori non comporta automaticamente una problematica dei figli che non possa essere superata. E’ stato anzi da più parti dimostrato come si sviluppino nel corso degli anni maggiori disturbi di personalità e di socializzazione tra figli di genitori formalmente uniti ma il cui ménage è caratterizzato da tensioni più o meno acute e prolungate. Tuttavia la crisi del bambino che partecipa al disgregarsi dell’unione dei genitori può essere superata solo se i genitori percepiscono l’esistenza di questa crisi e si adoperano per aiutare il figlio in tal senso.
Salvatore Grimaldi, pediatra e neuropsichiatra infantile, durante un intervento a un convegno sul tema “Genitorialità e famiglia ricostruita” (Settembre 2001) ha sottolineato come una crescita sana poggia su tre fattori: continuità, prevedibilità e affidabilità.
- Continuità. Riguarda soprattutto gli aspetti pragmatici della vita del bambino. Il bambino deve poter contare su solidi punti di riferimento come una casa dove abitare, precisi orari del sonno, dei pasti, degli svaghi e una routine che si ripete nel tempo e nello spazio.
- Prevedibilità. Consiste nella possibilità per il minore di poter pensare a un domani simile all’oggi, con una cadenza sensata e prevedibile: ciò permette al bambino di sentire di avere un certo controllo sulle situazioni.
- Affidabilità. E’ l’aspetto centrale per sviluppare fiducia nelle relazioni presenti e future. I bambini hanno bisogno di solidi punti di riferimento emotivi, di avere rapporti soddisfacenti con le figure più significative come il padre, la madre, i nonni ecc. A ogni età il bambino deve sentire che i genitori gli vogliono bene, hanno cura di lui, hanno fiducia nelle sue risorse, lo incoraggiano e lo proteggono nelle situazioni difficili.
Da tutto ciò vediamo alcuni suggerimenti su come affrontare, al meglio, la separazione con i figli:
- Dare una versione il più possibile univoca e chiara di ciò che sta accadendo. Meglio se la decisione viene comunicata alla presenza di entrambi i genitori. Una frase tipo potrebbe essere: “Io e papà non ci amiamo più e abbiamo deciso di separarci. Ma continueremo a volerti bene e avere cura di te come sempre”.
- Dare informazioni il più possibile dettagliate sulle questioni pratiche che cambieranno la vita del bambino, del tipo: “tuo padre/tua madre abiterà altrove, vi vedrete ogni fine settimana, farai con lui/lei parte delle vacanze estive ecc.”
- Cercare di non alterare troppo la vita quotidiana e la routine dei figli, che proprio in questo momento di caos emotivo hanno bisogno di poter contare su solidi punti di riferimento anche pratici.
- Rassicurare il più possibile il bambino e invitarlo a parlare dell’argomento e fare domande ogni volta che ne sente il bisogno.
- Evitare di strumentalizzare il bambino, di usarlo come arma di ricatto verso l’altro coniuge, di parlare male dell’ex moglie/marito sia in sua presenza, sia in sua assenza. E’ di vitale importanza che i figli possano mantenere sereni e solidi rapporti con entrambe le figure genitoriali.
- Il genitore non affidatario dovrebbe mantenere frequenti contatti con i figli e cercare di mantenere le attività che condivideva con loro prima della separazione (giochi, cinema ecc.).
- Spiegare al bambino che i cambiamenti fanno parte della vita ed è bene imparare a viverli e ad affrontarli. Rassicurarli sul fatto che presto ciò che appare spiacevole e inusuale diverrà normale.
- Evitare di dire al bambino bugie, del tipo “tuo padre è partito per un viaggio di lavoro”: potrebbe fantasticare sul suo ritorno, per poi subire una cocente delusione. Allo stesso tempo non è utile soffermarsi troppo sui dettagli spiacevoli della separazione.
- Rassicurare il bambino nel caso in cui provi vergogna o imbarazzo con i suoi coetanei per la situazione anomala della sua famiglia. Far presente che di famiglie ne esistono di tutti i tipi: con un genitore, con due, con i nonni, senza ecc.