Eritrofobia: la paura di arrossire in pubblico
Carla quando deve parlare di fronte a un gruppo di persone è colta da un rossore irrefrenabile che la riempie di vergogna.
Marco cammina per strada a testa bassa e teme di incrociare lo sguardo di qualcuno che conosce, per paura di arrossire.Per Sonia arrossire è un supplizio, un’angoscia, un pensiero costante e, per questo,limita allo stretto indispensabile il contatto con le persone e con i colleghi di lavoro e, in generale, le occasioni sociali.
Arrossire è una reazione normale e banale che non pone problemi alla maggior parte delle persone. Tuttavia, e ciò potrà sembrare strano, un certo numero di persone ne soffre e, a volte, anche molto. Arrossire si trasforma in un disagio psicologico quando, in ogni situazione,si teme e ci si chiede in modo ossessivo: “potrei arrossire?”. Arrossire in pubblico è, in effetti, per alcune persone sinonimo di debolezza, di perdita di credibilità, di colpa, di grave onta. Volendo ad ogni costo dissimulare le loro reazioni emotive, queste persone danno vita ad un circolo vizioso: rossore- paura di arrossire e mostrare le proprie emozioni- aumento del rossore. Poiché il rossore, come l’emozione che lo accompagna, è per sua natura incontrollabile, più si tenta di sopprimerlo e celarlo, più si impone e si amplifica.
Quando la paura di arrossire è forte, realmente disturbante e durevole, abbiamo a che fare con una condizione psicopatologica che prende il nome di eritrofobia. L’eritrofobia è uno dei sintomi più disturbanti della fobia sociale.
Eritrofobia e pensieri erronei
L’eritrofobia colpisce coloro che non sopportano l’idea di essere considerati diversi dagli altri, di sentirsi guardati, di essere giudicati negativamente. E di perdere il controllo in un’epoca in cui bisogna sempre nascondere le proprie emozioni e apparire sicuri di sé.
Gli eritrofobici risentono quindi di alcuni schemi di pensiero e convinzioni erronee che rinforzano il loro problema:
“devo controllare il mio rossore”
“gli altri mi hanno visto arrossire e mi derideranno”
“sono ridicolo, mi guardano tutti”
“mi comporto come un bambino”
“si accorgeranno che mi sento in collera/in ansia/inadeguato di fronte a lui…”
Ciò che, all’origine, è una semplice reazione automatica del nostro corpo diventa un’ossessione che conduce a un severo controllo permanente di sé. Le nostre emozioni ci procurano delle sensazioni interne intense e, volendo avere il controllo su noi stessi, abbiamo vergogna di mostrare così visibilmente la nostra vergogna, la nostra collera, la nostra sensibilità. Così ci si scruta e si scrutano le reazioni degli altri, si interpreta la realtà in modo deformato, ci si dispera. La maggior parte delle volte chi soffre di eritrofobia è, paradossalmente, il solo ad avvertire i suoi sintomi. Gli altri sono a malapena coscienti di ciò che egli ritiene essere una terribile evidenza.
Sintomi dell’eritrofobia
I sintomi dell’eritrofobia possono includere:
- Rossore eccessivo del viso, del collo o di altre parti del corpo in situazioni sociali o imbarazzanti
- Ansia anticipatoria riguardo alle situazioni che potrebbero scatenare il rossore
- Evitamento di situazioni sociali o pubbliche per paura di arrossire
- Sensazioni di ansia, agitazione, tachicardia prima o durante le situazioni sociali
- Pensieri ricorrenti riguardo la possibilità di arrossire in certe circostanze.
Conseguenze dell’eritrofobia
La paura di arrossire può diventare davvero invalidante e portare ripercussioni negative in ogni ambito della vita: professionale, affettiva, relazionale. Progressivamente, per l’eritrofobico, la mappa del mondo si addensa di territori off-limits, l’esistenza si trasforma in uno slalom tra i presenti pericoli che vanno via via allargandosi fino a costringere il soggetto in una gabbia. Così progressivamente, per paura di morire, può rinunciare a vivere. Chisoffre di eritrofobia corre il rischio di arrivare ad evitare le situazioni temute al punto tale daisolarsi anche gravemente e soffrire dei disturbi secondari indotti dalla paura di arrossire: solitudine, perdita di autostima, depressione, alcoolismo.
La cura
Si può curare la paura di arrossire? Esiste un trattamento contro il rossore? Come guarire dall’eritrofobia?
La cura dell’eritrofobia richiede un approccio terapeutico centrato sulla gestione delle situazioni stressanti, la comprensione
del circolo vizioso perpetrato dall’ansia e l’autentica espressione delle emozioni. Si lavorerà ugualmente sulla fiducia in sé e sulle abilità sociali indispensabili per sentirsi a proprio agio. Recuperare l’autenticità e la fiducia in sé stessi, sentirsi sempre più tranquilli in quelle situazioni che prima erano vissute con angoscia permette a chi soffre di eritrofobia di ritrovare il coraggio di affrontare le situazioni sociali. Essi allora potranno cominciare a lasciare la presa da quella vigilanza permanente che procurava così tanta sofferenza.
Il paziente si renderà conto che, per tanto tempo, è rimasto “alla finestra”, ingabbiato nelle sue paure e inizierà, per prove ed errori a volte dolorosi, il lungo viaggio verso un incremento della libertà personale.
La terapia sarà un complicato e a volte difficile percorso da seguire insieme, in cui il paziente dovrà sempre avere, anche nei momenti più bui, il terapeuta al suo fianco. La paura di arrossire si può affrontare insieme, gradualmente, in un rapporto terapeutico di fiducia e di scambio.
Bibliografia: Sassaroli S., Lorenzini R. (1993), L’uomo nero. Paure, ansie, fobie. Ed. NIS