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Lo psicologo è un professionista che ha conseguito una Laurea in Psicologia e, dopo aver svolto un tirocinio di un anno, ha superato l'esame di stato e si è iscritto all'Albo degli Psicologi.
Lo pscioterapeuta è uno psicologo o un medico che dopo la laurea ha conseguito una specifica formazione, di almeno 4 anni, frequentando una Scuola di Psicoterapia riconosciuta dal MIUR.
Lo psicologo può effettuare interventi di sostegno psicologico, diagnosi, prevenzione e ricerca. Soltanto lo psicoterapeuta è abilitato anche all'esercizio della psicoterapia.

Un percorso di counseling è un intervento, in genere di breve durata, centrato su un problema intervenuto nella vita della persona (ad esempio un lutto, una malattia propria o di un familiare) che non si riesce ad affrontare da soli.
Un percorso di psicoterapia è un percorso, generalmente più lungo, per la cura di disturbi psichici o problemi relazionali che ostacolano la vita della persona. Questi problemi non sono causati da eventi recentemente intervenuti, ma sono espressione di uno stile di vita disfunzionale che la persona tende a reiterare nel tempo (si rimanda all'articolo del Blog “Differenza tra counseling e psicoterapia").

No. Lo psicologo, così come lo psicoterapeuta laureato in psicologia non possono prescrivere farmaci. In alcuni casi, in cui la sintomatologia è acuta e ostacola il buon esito della cura, potranno valutare con il paziente la possibilità di ricorrere a un consulto psichiatrico per una terapia farmacologica.

L'efficacia della psicoterapia è scientificamente dimostrata: studi scientifici dimostrano che chi si sottopone a psicoterapia sta meglio di chi non si cura. In particolare la psicoterapia a orientamento psicodinamico risulta la più efficace (studio comparativo pubblicato da Schedler nel 2010 sulla rivista American Psychologist).
L'intervento psicoterapico non va però inteso come un intervento passivo che il terapeuta attua sul paziente per favorire la sua guarigione, ma come una collaborazione attiva tra psicoterapeuta e paziente per la promozione del benessere di quest'ultimo e il raggiungimento di obiettivi condivisi.
Per poter stare meglio il paziente deve essere davvero motivato alla cura, disposto a riconoscere le proprie responsabilità nelle cose che non funzionano, disponibile a comprendere l'inconsapevole e dolorosa ripetizione del proprio funzionamento interiore e del proprio stile di vita disfunzionale.

La durata del trattamento non può essere definita a priori perché dipende da tanti fattori tra cui principalmente il problema posto dalla persona e gli obiettivi che si propone. Sicuramente un trattamento di psicoterapia comporta un investimento di tempo lungo, non meno di un anno: non è pensabile infatti operare durature trasformazioni dello stile di vita di una persona in tempi brevi. Questo non significa che la persona debba attendere a lungo prima di stare bene: la psicoterapia non risponde a una logica tutto o nulla. Nella maggior parte dei casi, i primi benefici vengono avvertiti da subito ma occorre tempo prima di giungere al consolidamento di una sotanziale fiducia nelle proprie risorse e nella capacità di gestire autonomamente i propri disagi.

No, anzi, l'obiettivo di una psicoterapia è quello di favorire la consapevolezza emotiva e quindi l'indipendenza e l'autonomia della persona. La dipendenza sana che il paziente in genere avverte nei confronti dello psicoterapeuta dipende dalla trasposizione su di lui dei vissuti emotivi sperimentati nel rapporto con le figure genitoriali. Questa dipendenza sana è un potente strumento di cura e consente di acquisire consapevolezza rispetto al proprio funzionamento emotivo e riprendere il cammino maturativo interrotto. Con il procedere della cura il terapeuta non viene più idealizzato e il paziente si sente sempre meno dipendente da lui e sempre più autonomo e fiducioso rispetto alle proprie capacità.

In una psicoterapia lo strumento principale della cura è la relazione che si instaura tra psicoterapeuta e paziente: nella scelta del professionista giusto è dunque essenziale valutare di potersi fidare di lui. Oltre ai criteri oggettivi di serietà professionale (è iscritto all'Albo degli Psicoterapeuti ecc.), nel corso dei primi colloqui è importante chiedersi come ci si è sentiti con quel professionista, se ci ispira fiducia e discutere con lui eventuali dubbi o sensazioni di disagio sperimentate. L'istaurarsi di una buona alleanza terapeutica è fondamentale per il successo della cura e per superare gli inevitabili momenti critici che si presenteranno con il procedere del percorso.
In generale, un bravo psicoterapeuta non va pensato come una persona completamente risolta, sempre felice e contenta. Un bravo psicoterapeuta è un essere umano reale, con le sue fragilità ma che ha lavorato molto sulla sua formazione interiore ed è pertanto sufficientemente consapevole di sé, capace di mettersi in gioco nella relazione emotiva con il paziente e di incontrare la diversità dell'altro senza attivare meccanismi di fuga. Per questo motivo personalmente curo molto la mia analisi personale e do molta importanza al confronto sui casi trattati in supervisione.