Gelosia normale e patologica
“Non posso uscire con le amiche se non voglio farlo arrabbiare; per un taglio di capelli è capace di farmi una scenata, sostenendo che mi rendo attraente per sedurre altri uomini; mi tiene il muso se non rispondo subito ai suoi messaggi”.
“Mi sento continuamente controllata: viene sotto casa perché vuole sapere dove sono e non si fida di ciò che gli dico, mi controlla attraverso i social chiedendo l’amicizia a chi mi conosce, attraverso dei falsi profili”.
Stiamo parlando di gelosia. Proviamo a capire quando può essere normale provare gelosia e quando la gelosia si trasforma in bisogno di possesso, in un’emozione patologica, lesiva del rapporto stesso.
La gelosia è un sentimento molto comune, in modo particolare all’inizio di una relazione. La fase dell’innamoramento è ricca di emozioni intense e si caratterizza per il desiderio del partner di tenere il più possibile per sé l’altro. In questa fase è normale provare una quota di gelosia, determinata proprio dalla novità della relazione. Nella fase dell’innamoramento si ha una sensazione di precarietà della relazione, a cui si accompagna l’incertezza rispetto alla tenuta del rapporto stesso. Ancora non si ha una conoscenza approfondita dell’altro e si sente di doversi impegnare attivamente per fondare solide basi per costruire una stabilità all’interno della coppia.
Ecco che emerge il bisogno di avere l’altro per sé, di trascorrere più tempo possibile con il partner, di non condividerlo con nessuno. Diventiamo quindi gelosi se il partner esce con gli amici, se non ci dedica il tempo e le attenzioni che vorremmo. Fraintendiamo la normale volontà del partner di mantenere impegni e legami extra coppia, con un possibile disinteresse verso la relazione sentimentale nascente.
E’ su questo terreno, fatto per lo più di incertezza, che si sviluppa la gelosia. In un certa misura, la gelosia del partner nei propri confronti è piacevole, in quanto fa sentire desiderabili e, almeno inizialmente, viene considerata come una prova del valore che si attribuisce alla relazione. Tuttavia la gelosia è destinata, nella maggior parte dei casi a “rientrare” dopo un periodo iniziale di assestamento e di stabilizzazione all’interno della coppia.
In altri casi invece la gelosia permane nel tempo e a volte può sfociare nella possessività. Questo dipende per lo più dalle caratteristiche di personalità dei soggetti coinvolti. Persone insicure, sospettose o con scarsa autostima sono principalmente predisposte ad essere gelose. La persona gelosa dubita non solo della fedeltà dell’altro, ma soprattutto di se stessa: del suo fisico, della propria capacità di seduzione, pensa di non meritare l’amore del partner. Dietro a questa forma di gelosia, che possiamo descrivere come un misto di paura di perdere la persona amata e rabbia di vederla interessarsi ad altri, si nasconde sempre un desiderio di possedere il partner, di controllarlo.
Amare una persona significa considerarla nella sua individualità e nella sua possibilità di essere indipendente, significa volere il suo bene e desiderare la sua realizzazione.
Desiderare il possesso di una persona non significa amarla, ma ricercare uno stato simbiotico che richiama lo stadio relazionale madre- bambino e rende il rapporto irrimediabilmente distruttivo. La persona amata viene trattata come un oggetto, una proprietà personale.
La gelosia patologica si basa su presupposti rigidi, slegati dalla realtà. Si tratta di un sentimento estremamente logorante per chi lo sperimenta perché mantiene in uno stato di costante allarme e attivazione. Rende sensibili ad ogni piccolo gesto del partner e conduce a esercitare un costante controllo sull’altro. La persona gelosa sente costantemente il bisogno di sapere dove si trova il partner, con chi è, che cosa sta facendo.
Parallelamente anche chi la gelosia la subisce può vivere come disturbante questo sentimento del partner, percependosi costantemente controllato e oggetto di attenzioni che possono essere piuttosto limitative della propria libertà personale.
La gelosia, a lungo andare, può diventare un limite per l’esistenza stessa della coppia rappresentando un fattore di stress e favorendo una conflittualità che potrà condurre, paradossalmente, alla temuta rottura del rapporto e perdita della persona amata.
Che cosa può fare la persona che sperimenta gelosia.
Di fronte a una gelosia patologica la consultazione di uno psicoterapeuta risulta indispensabile. La gelosia non va negata e messa da parte ma riconosciuta e compresa come un’emozione pervasiva che denuncia la paura di essere abbandonati, l’insicurezza e la scarsa fiducia in sé della persona. L’obiettivo della psicoterapia sarà quello di accettare l’alterità del partner e l’incertezza della relazione come elemento insito in essa, doloroso ma non annientante.
Che cosa può fare il partner.
Il partner di una persona gelosa in modo patologico, per aiutarlo, potrà lavorare sul dialogo e sulla comprensione. Bisogna capire che gli attacchi di gelosia del partner sono espressione di una profonda sofferenza interiore. Aiutarlo significa accogliere le sue fragilità emotive e cercare di rassicurarlo, pur senza piegarsi a tutte quelle richieste che vincolano la propria libertà. E’ importante parlare in modo da far sentire l’altro valorizzato e degno di stima e rinforzare i comportamenti positivi che alimentano l’amore e l’intimità.