Il nuovo volto della tenerezza
Il contatto fisico, la tenerezza, l’amore sono aspetti irrinunciabili per il nostro benessere psicofisico e hanno un ruolo fondamentale nella nostra vita di relazione. Fin dalla nascita, nel rapporto madre bambino, la tenerezza è indispensabile perché si possa stabilire un buon legame di attaccamento, essenziale per un sano sviluppo. Anche nella vita adulta la tenerezza è un sentimento fondamentale, in quanto consente di stabilire relazioni calorose e solide con le persone, per noi, significative.
Ma oggi, in un mondo precipitato nel caos della pandemia da Coronavirus, c’è ancora spazio per la tenerezza nelle nostre vite? In un mondo in cui gesti che prima davamo per scontati come baci, abbracci e strette di mano sono vietati è ancora possibile esprimere amore, affetto e vicinanza?
Se dovessimo fermarci alle apparenze dovremmo concludere con risposte negative: no, la tenerezza all’epoca del Coronavirus non ha più spazio.
Eppure, se proviamo a guardare bene, possiamo riconoscere nuove forme di tenerezza, di intimità, di amore che si possono praticare a distanza e che sono ancora più forti e vere di un bacio e un abbraccio, perché cariche di autentico interesse per l’altro, di attenzione al prossimo.
Non dimentichiamo che la parola tenerezza rimanda a un affetto materno protettivo, in grado di farci uscire dal guscio della nostra individualità e di farci scoprire l’altro. La tenerezza, come afferma lo psicologo Erich Fromm, è un affetto disinteressato in quanto non ha alcun fine se non di godere di un sentimento di calore, piacere, sollecitudine, nei confronti di un’altra persona.
Nell’incubo del confinamento, impauriti da ogni contatto, ognuno di noi sta scoprendo l’importanza della condivisione, anche a distanza: rinunciare al contatto può essere frustrante, ma anche senza toccarci, possiamo comunque esprimere la tenerezza attraverso i gesti, gli sguardi e le parole. Dolorosamente si rinuncia ad andare a trovare i propri genitori anziani, ma si può far trovare loro la spesa sull’uscio di casa. I nonni si devono sottrarre agli abbracci e alle carezze dei nipoti, ma possono preparare loro una torta e fargliela recapitare. Non è possibile stringere a sé gli amici e i familiari ma si possono chiamare per condividere le fatiche, per esprimere affetto, per trascorrere un momento piacevole o si possono videochiamare, aggiungendo lo sguardo e i gesti a questa comunicazione.
Possiamo constatare che, mai come in questo momento, le giornate sono dedicate all’accudimento e alla comprensione dell’altro. In questo tempo sospeso, si è meno centrati su se stessi e più attenti alla cura del proprio entourage: si curano i legami familiari e le relazioni con gli amici, si è vicini agli anziani e si incoraggiano i bambini, ci si sostiene reciprocamente dicendo che “andrà tutto bene”.
La condizione di pericolo e di fatica che ci accomuna, ci fa sentire tutti un po’ più solidali, più empatici. Nonostante la lontananza ci sentiamo vicini e, anzi, pratichiamo la distanza come supremo atto di amore per proteggere tutte le persone che amiamo e tutto il resto della popolazione.
Mai come adesso, in questa situazione così drammatica che ci rende più fragili e insicuri, c’è posto per la tenerezza. Mai come adesso è importante comunicare affetto e permettere agli altri di esprimerlo nei nostri confronti. La tenerezza, in questo momento, ha un aspetto nuovo, incorporeo, è un nuovo punto di vista sulla realtà e sulle altre persone che ci apre in modo autentico al mondo esterno.
La tenerezza oggi non è fatta di baci, abbracci e sentimentalismo, ma ha il volto della cura dell’altro, del coinvolgimento emotivo, del senso di appartenenza alla comunità. Questo può sconfiggere il Covid-19 perché ci aiuta a mantenere un atteggiamento positivo e propositivo nei confronti della vita e ci rende più uniti e forti.