Imparare ad amarsi: prendersi cura del bambino che è dentro di noi
Nessuno è troppo vecchio per non avere un “bambino del passato dentro di sé”. La nostra infanzia è qualcosa che continua a esistere dentro di noi e influisce su ciò che facciamo e proviamo.
La maggior parte delle persone potrebbe eliminare gran parte della sofferenza, della stanchezza, della solitudine e del vuoto interiore che sperimenta se comprendesse come convivere meglio con il “bambino del passato” ancora vivo e attivo in sé.
Purtroppo, molti di noi cercano di estirpare questi sentimenti che ci portiamo dentro dall’infanzia, li rinnegano, li ignorano, li respingono e arrivano a rimproverarsi e a sminuirsi, considerarsi infantili e immaturi.
Riconoscere e liberare il bambino interiore è riconoscere e liberare la nostra essenza profonda, il nostro potenziale creativo, la nostra spontaneità, la nostra natura autentica.
Allora come fare per entrare nuovamente in contatto e ricucire il dialogo con il nostro “bambino del passato”?
Ascoltare il corpo e le emozioni
Innanzitutto bisogna ricominciare ad ascoltare questa voce fragile e preziosa prestando attenzione alle proprie sensazioni corporee e alle proprie emozioni. Bisogna essere attenti ai messaggi del nostro corpo per riconoscere la tristezza, la paura, l’ansia, la rabbia,la gioia ecc.
Soltanto quando siamo in grado di riconoscere ciò che provoca in noi benessere o malessere possiamo cominciare a fare delle scelte consapevoli.
Creare un dialogo con il bambino che è in noi
Dobbiamo poi creare un vero e proprio dialogo con il bambino che è in noi e cercare di capire il senso delle emozioni che stiamo provando.
Perché, in questo momento, ho paura?
Perché sono arrabbiato?
Perché mi sento triste?
Chiedersi che genitore siamo per il nostro bambino del passato
I guai derivano spesso del modo in cui ci si pone come genitori di se stessi, ricalcando antichi modelli: spesso si continua ad essere genitori di se stessi come lo sono stati i nostri genitori. I tentativi di sopprimere e rinnegare i propri sentimenti non fanno che accrescere l’insoddisfazione. Rimproverarci ci fa sentire soli e abbandonati. Non ci si può rivoltare contro se stessi ed essere nel proprio intimo sicuri di sé.
E’ importante chiedersi “che tipo di genitori sono per me? Mi disprezzo? Mi manco di rispetto? Sono troppo indulgente nei miei confronti? Pretendo troppo da me?”.
Quando diventa chiaro che certi atteggiamenti ci sono estranei se ne possono creare di propri. Si può diventare amorevoli e accettanti verso il proprio bambino interiore.
Essere un genitore accettante
Molte volte proviamo sentimenti così intensi, inaspettati, immotivati e fuori luogo che cerchiamo di nascondere sia questi sentimenti, sia il profondo senso di disagio che ci provocano. Ci vergogniamo di questi sentimenti che ci scombussolano, li definiamo “sciocchi” e ci rimproveriamo perché li proviamo. Questi sentimenti possono apparire sgraditi e irragionevoli a te che sei adulto, ma non lo sono affatto per il “bambino che sei stato” e per l’atmosfera emotiva in cui quel bambino è vissuto.
Bisogna imparare ad accettare le proprie emozioni senza giudicarle o minimizzarle. Ciò presuppone un reale desiderio di ascoltare la voce del nostro bambino interiore: essere interessati, essere empatici.
Rispetto reciproco
Riconoscere e accettare i bisogni del bambino del passato non significa trastullarsi in atteggiamenti infantili, agire d’istinto o perdere le staffe. E’ necessario fissargli dei limiti proprio come i genitori stabiliscono per i propri figli delle regole per proteggerli. Da genitori di se stessi è necessario darsi da sé quel senso di guida, di controllo, di rassicurazione e quei giusti rimproveri che un genitore riserva ai propri figli.
Da bravo genitore di te stesso, rispetti i sentimenti dell’infanzia e con essi il “bambino che sei stato”. Ma ciò significa anche imporre al “bambino del passato” delle restrizioni che gli impediscano di impadronirsi della tua vita di adulto e di violare i diritti degli altri.
In sintesi
1 Il tuo bambino del passato: è il bambino che sei stato una volta e che continua a esistere nella tua vita di adulto
2 Essere genitore di te stesso: ti stai già comportando da genitore del tuo bambino del passato, le cui reazioni ai tuoi atteggiamenti da genitore ti causano così tanti guai
3 Rispetto reciproco: è la base per andare d’accordo con il tuo bambino del passato e con le altre persone
Per approfondire: W. Hugh Missildine, “Il bambino che sei stato”.