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I benefici della divagazione mentale

Cristiana De Filippis vince a 31 anni l’EMS Prize, il più prestigioso premio europeo per la matematica:

“l’intuizione mi è venuta mentre lavavo un piatto”.

La divagazione mentale o mind wandering è uno stato mentale in cui la nostra attenzione si distacca dal compito immediato per vagare verso pensieri, ricordi o fantasie. Questo fenomeno, che potrebbe sembrare un’interferenza o una perdita di tempo, è in realtà un processo complesso e, sorprendentemente, uno dei principali contributori al pensiero creativo. Tuttavia, nell’era moderna, l’eccessiva stimolazione esterna e lo stress crescente, possono ridurre significativamente la nostra capacità di indulgere in questo stato mentale.

Mind Wandering: la “testa tra le nuvole”

La divagazione mentale si verifica quando la nostra attenzione si sposta da un compito presente a pensieri slegati. Si tratta di un processo naturale che occupa una parte significativa del nostro tempo mentale quotidiano, anche se non sempre ne siamo consapevoli.

Per motivi che non conosciamo, la mente non si spegne mai, neanche durante il sonno, è sempre attiva e talvolta tende a smarrirsi tra le preoccupazioni e le incombenze del quotidiano.

Durante la veglia, la mente alterna l’attenzione alla divagazione mentale, ad esempio, mentre si sta svolgendo un compito qualsiasi la mente può andare altrove, considerare il futuro, valutare gli errori o le esperienze fatte, le decisioni prese, o anche spostarsi verso pensieri apparentemente privi di senso, poi torna al presente.

La divagazione mentale può essere involontaria come nei sogni, volontaria come quando ci si immagina il futuro o le esperienze che ci aspettano, infine può essere a metà strada tra la dimensione volontaria e involontaria, come nei sogni ad occhi aperti.

Divagazione mentale e creatività

Il pensiero creativo è la capacità di generare idee nuove e utili, trovando connessioni tra concetti apparentemente distanti. Uno degli aspetti affascinanti del mind wandering è che sembra incoraggiare questo tipo di pensiero divergente, che è essenziale per la creatività. Quando la mente vaga, libera dai vincoli di un compito specifico, è più probabile che esplori nuove possibilità e combini le idee in modi inaspettati.

Alcuni studi hanno dimostrato che la divagazione mentale favorisce l’accesso alla soluzione di un problema, sollecitando la nostra creatività. I partecipanti venivano invitati a risolvere problemi complessi che richiedevano una certa dose di creatività, come la generazione di utilizzialternativi per oggetti comuni. I risultati hanno dimostrato che i partecipanti che, successivamente, erano invitati a svolgere azioni routinarie, che favorivano la divagazione mentale, erano più creativi nel generare nuove idee rispetto a quelli che dovevano restare concentrati o a coloro a cui veniva chiesto di restare inattivi.

La divagazione mentale favorisce la creatività, non è una perdita di tempo ma ha un suo valore biologico dato dall’attivazione di una rete neuronale (default mode network) deputata a mettere ordine nel caos dei processi cerebrali.

L’eccessiva stimolazione nell’Era Moderna: un ostacolo alla creatività

Nell’epoca moderna siamo costantemente bombardati da stimoli esterni: notifiche di smartphone, e-mail, social media, e una mole di informazioni sempre accessibile. Questo sovraccarico di stimoli rende sempre più difficile per la mente entrare in uno stato di quiete, necessario per il mind wandering e, quindi, per la creatività.

Uso del cellulare, internet, traffico, incombenze familiari, lavorative e sociali, vi è una continua stimolazione della mente che regge fino a un certo punto per poi bloccarsi.

Lo stress, causato soprattutto dall’eccessiva stimolazione del cervello, riduce la funzionalità di questo sistema compromettendo l’efficacia dei processi mentali, compresa la creatività.

Non si riesce più a sognare ad occhi aperti, l’incalzare degli impegni quotidiani toglie spazio al pensiero libero, all’attivazione dei meccanismi rigeneratori con l’inevitabile conseguenza di innalzare a dismisura il proprio livello di tensione psicofisica.

L’iperstimolazione impedisce alla mente di distaccarsi dalle continue sollecitazioni esterne, mantenendola in uno stato di allerta costante. Questo, non solo riduce il tempo dedicato al mind wandering, ma può anche portare a una stanchezza mentale cronica, che mina ulteriormente la capacità di pensare in modo creativo. Quando la mente è continuamente occupata a rispondere a stimoli esterni, non ha lo spazio necessario per elaborare pensieri più profondi o fare connessioni inaspettate tra idee.

Applicazioni nella vita quotidiana

Capire il mind wandering può avere implicazioni pratiche nella vita quotidiana. Ad esempio, concedersi delle pause durante il lavoro, anche brevi, può stimolare il pensiero creativo. Inoltre, attività che permettono alla mente di vagare, come camminare o ascoltare musica rilassante, possono essere utili per chi lavora in campi che richiedono un alto grado di innovazione.

Liberare la mente da pensieri e stimoli che quotidianamente la assillano, lasciare la mente più libera attraverso l’assunzione di stili di vita più equilibrati e ponderati promuove il pensiero creativo e favorisce il benessereinnalzando i livelli di soddisfazione personale.

Conclusioni

Il mind wandering, lontano dall’essere solo una distrazione, è un potente strumento per il pensiero creativo. La capacità di permettere alla mente di vagare liberamente può portare alla scoperta di connessioni nuove e sorprendenti, favorendo l’innovazione. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è necessario riconoscere e mitigare l’impatto dell’eccessiva stimolazione dell’era moderna. Creare spazi di quiete e di decompressione mentale non solo favorisce il benessere psicologico, ma è anche essenziale per coltivare e nutrire la creatività in un mondo sempre più frenetico e sovraccarico di informazioni.

 

Bibliografia:

Arieti S., (1979), Creatività. La sintesi magica, ED. Il pensiero scientifico, Roma

Baird et al. (2012),Inspired by distraction: mind wandering facilitates creative incubation, Psychological Science.

Corballis M., (2016)La mente che vaga, Ed. Raffaello Cortina, Milano