Osare dire “no” e imparare ad affermarsi
Quando entrate in un negozio di scarpe o in una profumeria uscite sempre con un lucidascarpe o un pennello per il trucco che non avevate intenzione di comprare? Al lavoro siete sempre disponibili e non c’è mai una volta che riusciate a tornare a casa per l’ora di cena?Trascorrete ore e ore al telefono con l’amica che ha bisogno di parlare dei suoi problemi sentimentali, anche se siete stanchi e questo vi assorbe molte energie?
Forse fate parte di quelle persone che non osano mai dire “no”.
Perché è importante saper dire “no”?
Dire “no” quando si pensa “no” è un semplice atto di rispetto: rispetto per se stessi e per l’altro. Manipolazione, seduzione, aggressività, dominanza possono esercitare una forte pressione sulla nostra possibilità di dire “no”. Ma per chi è troppo compiacente i sì e i no hanno un valore di moneta di scambio affettivo. Queste persone sono intimamente convinte che dicendo “no” rischiano la rottura della relazione e sono disposte a mantenere la relazione con l’altro ad ogni costo. Esse preferiscono soddisfare l’altro piuttosto che se stesse, con tutta la collera e la frustrazione che questo comporta.
Qual’è il rischio che si corre quando non si è capaci di dire “no”?
Siamo onesti: quando diciamo “sì” pensando interiormente “no” dopo quanto tempo si presentano in noi delle recriminazioni interne? Sia che il sì ci sia stato estorto con la forza, la seduzione o la paura, in ogni caso vivremo sentimenti di collera e risentimento.
In alcuni casi questo risentimento si può rivolgere verso di noi attraverso dei comportamenti autodistruttivi: auto-sabotaggio, bulimia, deterioramento della stima di sé, auto-accuse, rinforzo dei comportamenti vittimistici. In altri casi il risentimento può rivolgersi contro altre persone al di fuori di quella relazione malsana che non ci ha fatto sentire nella possibilità di dire “no”. Il risultato sarà sempre negativo, per noi e per chi ci sta attorno.
Vediamo allora come possiamo arrivare a dire i no necessari.
Analizzare le nostre paure.
Innanzitutto per sciogliere quel gioco malsano che ci impedisce di dire “no” possiamo analizzare le paure e le convinzioni a questo proposito. Di cosa abbiamo veramente paura, che cosa può succedere davvero se diciamo “no”? Paura del conflitto? Paura di ferire? Paura di non essere più amati? Paura di rivelare una debolezza? Paura di ritrovarsi da soli? Paura di essere giudicati cattivi? Teniamo presente che queste paure possono essere profondamente radicate in noi.
Accettare di non essere amati da tutti e prendersi cura di sé
Non possiamo essere amati da tutti, è così. Allora dimentichiamo il nostro bisogno di piacere a tutti e concentriamoci sui nostri desideri. Impariamo a prenderci cura di noi stessi prima di occuparci degli altri: i nostri bisogni non devono sempre passare in secondo piano.
Riconoscersi il diritto di dire no
Dobbiamo ricordare che abbiamo il diritto di essere noi stessi, di essere rispettati, di avere delle emozioni e dei sentimenti e di esprimerli, di vivere secondo i nostri valori, di sbagliare, di cambiare opinione.Allora non bisogna avere paura di affermarsi ed esprimere la propria opinione. Non abbiamo voglia di … è un nostro diritto!
Se vogliamo dire no dobbiamo essere fermi e diretti. E’ importante cercare di essere forti nella propria comunicazione non verbale. Non dobbiamo dare una giustificazione o scusarci per un rifiuto. Noi siamo totalmente legittimati a dire no.
Dire no con diplomazia ed empatia
Dire no con fermezza non significa diventare brutali. Dire no e basta può essere un po’ violento a seconda del contesto. Per osare dirlo senza paura di offendere dobbiamo imparare a dire “no”.
Intanto possiamo dire “no… ma”, proporre un’alternativa, sempre che questo sia in sintonia con i nostri desideri: “oggi proprio non me la sento di uscire ma domani se vuoi puoi venire con me al cinema”. Oppure possiamo cercare di trovare una soluzione per la persona che ci ha chiesto aiuto: “mi spiace non ho tempo di preparare le torte per la festa della scuola, ma provo a chiedere a un’amica che è più disponibile in questo momento”. In ogni caso non dobbiamo dimenticare di mostrare riconoscenza per la richiesta: “la ringrazio, ne sono lusingata, ma proprio non riesco”.
Prendersi del tempo prima di rispondere.
Non siamo obbligati a rispondere subito. Impariamo a prendere tempo per riconoscere i nostri desideri e i nostri bisogni. Questo ci permetterà di non cedere alla pressione o alla semplice abitudine. Le conseguenze saranno così gravi? Si smette di amare qualcuno perché non vuole fare l’amore? Si smette di voler bene a un amico perché non vuole uscire? La risposta sarà spesso no. Allora ascoltiamoci. Prendere un po’ di tempo per riflettere ci permetterà anche di essere più sicuri della nostra decisione. Conosceremo precisamente la ragione del nostro rifiuto e saremo più capaci di comunicarla.
Non dimentichiamo un principio di base: il “no” non è rivolto alla persona ma alla sua domanda. Porre dei limiti significa affermarsi, rispettare la propria identità e aiutare l’altra persona a rispettarci. Autorizzarsi a dire “no” significa quindi porre dei limiti che sono necessari alla relazione. Di che cosa abbiamo bisogno allora per autorizzarci a dire “no”? La maggior parte delle nostre paure non si realizzeranno mai e chi osa dire no è spesso sorpreso di constatare l’assenza di conseguenze negative.
Assumersi il rischio di dire un vero “no” significa riconoscersi, essere consapevoli dei propri limiti e rispettarsi e corrisponde anche alla possibilità di dire “sì”. E questo è davvero importante per la propria autostima e per la relazione che abbiamo con noi stessi e con gli altri. Allora smettiamo di essere sempre gentili e cominciamo ad essere semplicemente noi stessi.