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Perché parlare con uno psicoterapeuta? L’ascolto come strumento di cura.

Se ti stai chiedendo perché potrebbe essere utile parlare dei tuoi problemi con uno psicoterapeuta, è normale. Aprirsi con qualcuno che non si conosce può sembrare strano e difficile. Tuttavia, la psicoterapia offre uno spazio speciale in cui è possibile esplorare i propri pensieri e le proprie emozioni in modo sicuro e rispettoso. Lo strumento fondamentale del processo terapeutico è il tipo di ascolto che lo psicoterapeuta ti può offrire.

Ma che tipo di ascolto è quello di uno psicoterapeuta? Perché è così diverso dal parlare con un amico o un familiare? Vediamo insieme che cosa rende l’ascolto psicoterapico uno strumento così prezioso per comprendere meglio se stessi e le proprie difficoltà.

Un ascolto senza giudizio.

Quando parli con uno psicoterapeuta, puoi sentirti libero di esprimere qualsiasi cosa tu stia vivendo, senza la paura di essere giudicato. Lo psicoterapeuta non è lì per dirti che cosa è giusto o sbagliato, ma per aiutarti a capire meglio ciò che provi.

L’assenza di giudizio è un pilastro essenziale nell’assetto mentale dello psicoterapeuta. In una società che spesso tende a categorizzare e valutare ogni esperienza, è fondamentale che la stanza della terapia diventi un luogo esente da queste dinamiche. Non si tratta di approvare o disapprovare, ma di comprendere il significato profondo delle esperienze riportate. L’assenza di giudizio è uno dei fattori che permette al paziente di abbandonare le proprie difese e accedere a parti più vulnerabili di sé.

Un ascolto senza aspettative.

Un’altra caratteristica fondamentale dell’ascolto psicoterapico è l’assenza di aspettative. Non devi preoccuparti di cosa dovresti dire o di come dovresti sentirti. In terapia puoi essere te stesso al cento per cento, con i tuoi tempi e i tuoi silenzi. Lo psicoterapeuta è presente per ascoltarti, accogliendo tutto quello che emerge, senza fretta o pressioni.

La terapia è un processo creativo. Lo psicoterapeuta deve accettare che il percorso del paziente può prendere direzioni inattese e deve essere disposto ad adattarsi e modificare il proprio intervento in base a ciò che emerge di volta in volta. Ogni persona porta con sé una storia unica, un mondo interno complesso che richiede tempo e attenzione per essere esplorato. Immaginare in anticipo come il paziente “dovrebbe” comportarsi o come “dovrebbe” rispondere a certi interventi limita la capacità di essere presenti nel qui e ora della relazione.

Un ascolto partecipato: “vedere con gli occhi del paziente”.

L’ascolto di uno psicoterapeuta non è un ascolto passivo, ma un ascolto partecipe ed empatico. Lo psicoterapeuta non ti dà risposte pronte o soluzioni facili e in qualche modo difensive, ma si lascia coinvolgere emotivamente.

Prendere un paziente in psicoterapia significa impegnarsi ad accogliere e ad accompagnare il paziente nella sua strada, raggiungendolo là dove è lui, significa farsi carico profondamente di capire come ci si sente dentro a vivere le problematiche che il paziente porta, significa condividere e tollerare il dolore e ciò che per la persona è particolarmente penoso, per aiutarlo a sentire questa sofferenza più tollerabile.

Un ascolto emotivo.

Un altro motivo per cui la terapia è così utile è che lo psicoterapeuta è addestrato a contenere le emozioni, comprese quelle più difficili che possono emergere durante le sedute. Questo include le cosiddette emozioni transferali, ossia quei sentimenti che puoi provare nella relazione terapeutica, ma che in realtà hanno origine in relazioni passate. È naturale che durante la terapia tu possa provare affetto, gratitudine, ma anche rabbia, frustrazione nei confronti del terapeuta. Il compito dello psicoterapeuta è riconoscere e contenere queste emozioni senza esserne travolto.

Lo psicoterapeuta, durante la seduta, ascolta il paziente e ascolta al contempo se stesso (i sentimenti che prova, le fantasie, le impressioni che lo colpiscono) sapendo che questi contenuti sono in rapporto al paziente e devono essere accolti e capiti in rapporto ad esso. Capire deriva da capere che significa ricevere, contenere: lo psicoterapeutafacendosi carico del mondo interno che viene proiettato dal paziente, senza ripulse o agiti difensivi, ha la possibilità di offrire al paziente un’esperienza con un oggetto nuovo e diverso capace di contenere e restituire al paziente le parti finora scisse e allontanate da sé perché troppo ansiogene, rese ora più accettabili.

Un ascolto rispettoso.

In sintesi, ciò che rende davvero speciale la relazione terapeutica e il tipo di ascolto che lo psicoterapeuta ti può offrire, è il rispetto per te come persona. Lo psicoterapeuta non cerca di cambiare chi sei, ma ti vede come una persona unica, con una storia e una sofferenza che meritano attenzione. Questo rispetto si riflette nel modo in cui ti accoglie e ti accompagna lungo il tuo percorso di crescita personale, tollerando l’incertezza e dando tempo e spazio alle parole di emergere lentamente.

Parlare con uno psicoterapeuta non significa presentare le proprie difficoltà per ricevere dei consigli, non vuol dire affidarsi ciecamente a qualcun altro per risolvere i tuoi problemi. Significa trovare un alleato che ti aiuti a esplorare le tue risorse interne, a capire meglio i tuoi bisogni e a trovare il tuo modo unico e creativo per ritrovare il benessere.

 

Bibliografia

MOMIGLIANO, L. N. (2001); L’ascolto rispettoso; Ed. Raffaello Cortina