Scelgo sempre l’uomo sbagliato
“La sola cosa che si possiede è l’amore che si dà”
Isabel Allende
Vivete sempre storie d’amore complicate? Non riuscite a trovare la persona giusta? Lui, ma può trattarsi anche di una lei, è instabile, depresso, sposato, narcisista, manipolatore, vive dall’altra parte del mondo? Se questo scenario si ripete invariabilmente non è colpa del caso, ma c’è un problema relazionale. Prendere coscienza di ciò è già fare un enorme passo in avanti.
Carla ripensa alle sue esperienze di coppia: “Ho frequentato per un po’ una persona che mi voleva davvero bene, faceva sempre ciò che volevo, si preoccupava per me, era premuroso. Eppure proprio non funzionava, mi sembrava noioso. Poi ho conosciuto Andrea. All’inizio sembrava proprio la persona giusta: mi riempiva di attenzioni, di regali. Poi il rapporto è degenerato: ha cominciato a mostrarsi disinteressato, assente, incostante, affettuoso solo quando vuole lui. Con Andrea vorrei che funzionasse, mi ostino per capire che cosa c’è che non va, cerco di essere accondiscendente perché vorrei che mi cercasse di più, che fosse più presente. A volte mi assale un dubbio: se Andrea si trasformasse nel Principe Azzurro che ho in mente riuscirei ad amarlo ancora? Mi stancherei anche di Andrea se non fosse così sfuggente?”
Emanciparsi dal sintomo
I problemi sentimentali sono un sintomo e, in quanto tali, hanno sempre un aspetto disfunzionale e un aspetto utile: il sintomo ci dice qualcosa di noi. Si può dire che alcune persone hanno bisogno di ripetere certi schemi, di sperimentare queste relazioni con la persona sbagliata per potersene emancipare. Dal momento in cui si comincia a prendere coscienza dei propri schemi relazionali si comincia poco per volta a uscirne.
Il primo passo da fare è chiedersi: che cosa mi dice di me la relazione che sto vivendo?
Le persone che attirate, le relazioni sentimentali che vivete, sono spesso il riflesso di voi stessi, della percezione che avete di voi, della vostra relazione con voi stessi. Quindi è importante chiedersi che cosa vi dice la relazione che state intrattenendo e chiedersi che cosa state cercando veramente.
Per esempio se non vi sentite rispettate nella vostra relazione, domandatevi prima di tutto se voi, per prime, vi rispettate. Se vivete solo avventure leggere senza un futuro, chiedetevi di che cosa avete paura, se non ci sia in voi paura di impegnarsi sentimentalmente. Se non attirate alcuna persona chiedetevi che tipo di etichetta avete appiccicata in fronte: “mordo”, “mantenere la distanza di sicurezza”.
Spesso è in gioco una questione di autostima e un’illusione di controllo
Spesso le persone che vivono sistematicamente relazioni sbagliate non riescono ad amare che nell’ambito di un rapporto di conquista, per un bisogno interiore di affermarsi. Ciò che entra in gioco è anche un’illusione di controllo: si riconduce il fallimento del rapporto a presunti errori personali e ci si convince che basterà cambiare il proprio comportamento per conquistare l’amato.
Carla riconosce una mancanza di fiducia e di amore per sé. “Sono innamorata di Andrea finché è sfuggente perché ho l’ambizione di conquistarlo. Mi dico che lui esita perché non vado bene e cerco di migliorarmi per farlo innamorare. Ma se lui mi amasse teneramente probabilmente perderebbe valore ai miei occhi, perché sono io a non amarmi e a non sentirmi degna d’amore”.
Amarsi e amare
Per poter amare bisogna innanzitutto amarsi.
Bisogna per prima cosa iniziare una storia d’amore con se stessi. Familiarizzare sempre più con il proprio dialogo interiore, provare compassione per se stessi per la propria parte ferita, per la propria vulnerabilità, riconoscere che ci si è maltrattati, male amati.
Quando il nostro rapporto con noi stessi diventa più solido e autentico lo diventiamo anche noi. Il nostro modo di pensare e di amare cambia, non ci accontentiamo più delle “seconde scelte”, non cerchiamo più nel partner una conferma di noi stessi e ci apriamo all’amore vero.