Sensi di colpa
Mi sento in colpa quando mangio troppo cioccolato o salto la palestra.
Mi sento in colpa quando vado in vacanza e lascio mia madre anziana a casa e così, continuando a sentirmi colpevole, mi rovino le vacanze.
Mi sento in colpa quando sono stanca e dico di no ad un’amica perché sento il bisogno di concedermi un po’ di relax.
Ma perché mi sento in colpa? Devo dare ascolto a questa voce interna? E’ utile provare sensi di colpa o sarebbe meglio sbarazzarsi di questo sentimento per essere felici?
Il senso di colpa diventa nostro verso i cinque anni con l’interiorizzazione dei divieti genitoriali, quando cioè i “no, non si può fare” dei propri genitori diventano moniti interni. Quando invece di “è meglio che non lo faccia loro potrebbero dispiacersi”, quel “loro” non sono più mamma e papà ma noi stessi. Si potrebbe dire quindi che il senso di colpa vero non è il timore di perdere l’amore dei genitori o di subire la loro ira, ma è il timore dell’ira della propria coscienza e della perdita di amor proprio.
Il senso di colpa è un’esperienza emotiva spiacevole caratterizzata da un sentimento di tensione, di agitazione e di ansia. Il senso di colpa ci priva di molte gratificazioni, inibendo alcune nostre azioni e spingendoci a fare altro. Ma saremmo degli esseri mostruosi senza di esso: provare sensi di colpa è indice di buona salute mentale. La libertà che si perde, i tabù, le restrizioni, sono il prezzo da pagare per la civiltà.
L’assenza di sensi di colpa è indice di grave patologia mentale. A volte però i sensi di colpa, per quanto utili, possono essere un po’ troppo invadenti. Bisogna quindi imparare a conoscerli e a conoscersi ad ascoltarsi e distinguere tra sensi di colpa normali ed eccessivi, sani e nevrotici.
Assenza di sensi di colpa
Esistono alcuni profili di personalità (psicopatici, perversi, antisociali) che non provano alcun senso di colpa. Si tratta di persone prive di capacità empatica, capaci di compiere atti estremamente gravi (aggressioni, violenze, omicidi) senza provare alcuna crisi di coscienza.
Sensi di colpa eccessivi
Si caratterizzano per la sproporzione nel punire e per l’incapacità di distinguere tra pensieri proibiti e azioni proibite. Ci si condanna non per il fatto effettivamente commesso, ma per ciò che si cova in seno. Ci si auto flagella per delle azioni che richiederebbero al più un “mi dispiace”.
Questo tipo di sensi di colpa possono spingerci a vietare a noi stessi di fare, o anche solo di pensare, di compire un’azione, anche se si tratta di qualcosa di meraviglioso.
Senso di colpa onnipotente
Si tratta di un’altra forma di senso di colpa eccessivo che si basa sull’illusione di controllo: l’illusione per esempio di avere il controllo assoluto sul benessere delle persone amate.
Vediamo degli esempi abbastanza comuni. Quando un genitore scopre che il proprio figlio è affetto da una grave malattia ereditaria può sentirsi enormemente colpevole e pensare: “mio figlio vivrà per sempre una vita da persona malata per colpa mia, per via del DNA che gli ho trasmesso. Che vita gli ho dato?”. Oppure, in caso di divorzio dei genitori, quando il padre e la madre si separano: il bambino o il ragazzo può pensare: “se mi fossi comportato diversamente i miei genitori non avrebbero divorziato, mia madre non sarebbe così triste, è anche un po’ colpa mia”. In questi casi, colpevolizzarsi consente di sfuggire all’ansia legata all’incertezza e al senso di impotenza.
Sensi di colpa inconsci
Consciamente potremmo credere di essere più liberi di quanto non siamo perché il senso di colpa può lavorare su di noi senza che ce ne accorgiamo. Ora noi sappiamo cosa vuol dire sentirsi consciamente colpevoli, ma possiamo conoscere solo indirettamente il nostro senso di colpa inconscio. Tra i segnali di un senso di colpa non consapevole c’è il forte bisogno di infliggersi una punizione. Pensiamo al marito fedifrago che lascia, per errore, il cellulare con i messaggi dell’amante a portata di mano della moglie. Oppure alla colite, all’emicrania o a un’incidente che accade in concomitanza con un’azione, un’omissione, un pensiero che la nostra coscienza giudica cattivo.
Sensi di colpa sani
Sono sensi di colpa commisurati alle azioni che ci segnalano che abbiamo agito male e trasgredito i nostri valori e i nostri principi morali.
Il senso di colpa quindi è per lo più utile perché ci avvisa quando stiamo facendo qualcosa di sbagliato e ci spinge a migliorarci. Ma il senso di colpa è strettamente correlato alle regole interiorizzate e al proprio ideale di personalità che a volte possono essere troppo rigidi e dar vita a sensi di colpa eccessivi e patologici. Il senso di colpa patologico ha effetti opposti rispetto al senso di colpa sano perché risulta di ostacolo al benessere e blocca ogni nostra azione. Invece di farsi schiacciare dai sensi di colpa a volte bisognerebbe accogliere quella parte di noi sanamente egoista, con la consapevolezza che chi ci ama non può che essere felice nel vederci realizzati, liberi da sensi di colpa inadeguati.